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Aprire un Ecommerce

Come avviare un’attività su internet: gli e-commerce tra costi, burocrazia e regole

Un sito web è una realtà comune alla vita quotidiana moderna, un qualcosa che ha rivoluzionato il modo di rapportarsi alle attività commerciali sia per chi acquista, ma in particolare per le aziende. Infatti per chi vuole svolgere un’attività d’impresa con vendita di prodotti e di servizi, internet è la nuova frontiera degli acquisti permettendo l’accesso in modo semplice e diretto a un numero impressionante di utenti.

Ma quali sono le regole e i costi per poter creare un sito web? E quali gli adempimenti della burocrazia necessari a svolgere questa attività nel rispetto della legge?

In questa gusta guida andremo ad analizzare gli aspetti basilari di come vendere online attraverso gli e-commerce.

Cos’è un e-commerce

Quando si fa riferimento alla realizzazione di un sito per la vendita di prodotti e di servizi, il termine impiegato è quello di e-commerce. Con questa parola si considerano l’insieme di attività e di transazioni che possono essere commercializzate online, dalla vendita di servizi specifici alla distribuzione di contenuti digitali, dalle operazioni finanziarie alla vendita di articoli, dalla presentazione di materiale informativo ai bandi della PA.

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Quindi l’e-commerce si caratterizza per essere una piattaforma web, su cui un soggetto che può essere un privato o un’azienda espone una serie di prodotti e di servizi che possono essere visualizzati in modo pratico da un utente ed acquistati attraverso i sistemi di pagamento digitali.

L’avvio dell’attività: la valutazione del proprio potenziale

La vendita online può essere effettuata o tra un’azienda e un privato e si parlerà di Business to Consumer (B2C) oppure tra un’azienda e un’altra società, identificando quest’ultima operazione con l’acronimo B2B, Business to Business. Grazie al web le opportunità che si presentano con il sistema di vendita online sono enormi. Infatti in base alla Direttiva 2000/31/CE, chiunque può creare un sito web senza alcuna forma di autorizzazione, rispettando solo l’eventuale necessità di eseguire un’attività in base a dei precisi requisiti professionali. Ciò vuol dire che chiunque ha un’idea, che ipotizza essere vantaggiosa dal punto di vista economico, potrà a questo punto realizzare il proprio e-commerce ed iniziare ad effettuare la vendita online. Anche se non sono necessarie delle autorizzazioni particolari, comunque sono previste delle regole e degli adempimenti fiscali da tenere presente.

Le regole per la vendita online e gli adempimenti fiscali

Per vendere online non è necessaria per forza una società, dato che la legge italiana ammette lo svolgimento di attività occasionali e quella dei freelance. Al di fuori di queste due realtà, sarà però obbligatorio aprire un’impresa con partita IVA. Comprendere quali sono i limiti di legge è importante in modo da non dover incorrere in spiacevoli sanzioni per eventuali mancati adempimenti. La normativa di riferimento è il DPR 917 del 1986 il quale stabilisce che si può definire prestazione occasionale quella che viene svolta in maniera saltuaria e che non supera i 5.000 € di ricavi annui. Le attività occasionali saranno tenute al rilascio di una ricevuta fiscale, con la ritenuta d’acconto pari al 20% e nel caso in cui vi sia una spesa maggiore ai 77,47 €, sarà necessario anche aggiungere l’imposta di bollo.

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Altro requisito richiesto è quello della prestazione occasionale, ovvero di un’attività che non è considerata come il guadagno principale di un soggetto e che inoltre viene svolta in maniera saltuaria. Nel caso in cui un privato voglia svolgere servizi più ampi e professionali sul web, superando il limite economico dei 5.000 € e svolgendo l’attività a tempo pieno, allora si richiederà l’apertura di una partita IVA e la creazione di un’impresa.

I costi: apertura e gestione dei negozi online

Trasformare la propria attività di freelance, attraverso l’apertura di un e-commerce, ha dei costi che prevedono un investimento iniziale che deve essere programmato e valutato. In linea di massima rispetto a un negozio reale, si prevede una spesa che sia leggermente ridotta. Ma quali sono i costi che devono essere affrontati?

In primo luogo l’apertura della società con la successiva attribuzione della partita IVA. La fase successiva sarà quella dell’apertura del sito web. Anche in questo caso si potrà optare per l’acquisto di un servizio hosting che prevedrà una spesa iniziale, oppure di utilizzare spazi appositi che permettono di creare un sito web gratuito.

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Nel caso in cui sia un’azienda ad essere intestataria della pagina web, sarà necessario comunicare il nome e la ragione sociale, il domicilio e un contatto telefonico, il numero REA di iscrizione al registro delle imprese e numero di partita IVA, e il tariffario dei prezzi per ogni singolo prodotto presente sull’e-commerce. Inoltre se la prestazione dei servizi prevede l’iscrizione ad un albo professionale o un titolo specifico, sarà anche obbligatorio indicare il numero di iscrizione e i titoli previsti sia sul territorio italiano che negli altri Stati Membri.

Una volta completata la registrazione è attivato il link della propria pagina si dovrà passare alla fase successiva che è la realizzazione del sito. Anche in questo caso sono previsti dei costi. Infatti in una realtà web altamente concorrenziale in cui la visibilità diventa l’elemento determinate al fine di poter avere successo, sarà necessario creare un sito internet che rispecchi le esigenze del mercato e che riesca a catturare l’attenzione degli utenti. Ogni pagina, per fare la differenza deve combinare una serie di caratteristiche dal punto di vista tecnologico, ma anche come grafica e contenuti riposti al suo interno.

Le specializzazioni nei settori del web designer o del web marketing, nonché dei nuovi sistemi di lead magnet e di social selling, diventano un fattore non più opzionale ma fondamentale al fine di poter realizzare un sito di successo. Quindi se non si ha una specializzazione in questi campi e conoscenze tecniche adatte, si dovrà usufruire di professionisti come i web designer, web manager o una web agency e delle attrezzature necessarie alla gestione del portale: software, hardware e apparecchiature di backup dati.

Esistono diverse soluzioni per mettere online il proprio negozio, dalle piattaforme SaaS come Shopify a soluzioni self hosted come PrestaShop di cui parliamo nel articolo: prestashop vs shopify, cosa scegliere per vendere online? Con una tecnologia in continuo cambiamento, non solo si deve considerare l’investimento iniziale, ma anche la necessità di continui aggiornamenti. Infine una volta che la pagina web è pronta si dovranno concludere gli adempimenti burocratici con la presentazione della SCIA e della registrazione al registro VIES.

La vendita online: la fattura e la dichiarazione IVA

L’e-commerce offre una possibilità diretta da parte del cliente di poter effettuare un acquisto collegandosi alla piattaforma e scegliendo il prodotto che maggiormente si adatta alle sue esigenze. Basta un computer una linea internet e pochissimo tempo per poter visualizzare centinaia di articoli e servizi. La vendita avviene completando la procedura di acquisto ed effettuando un pagamento che può essere eseguito direttamente online, attraverso gli strumenti digitali come carte di credito e sistemi di money transfert, oppure in contrassegno.

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Nel momento in cui viene inviata la merce, l’azienda deve emettere fattura, anche se gli acquisti ai consumatori finali sono esenti da tale obbligo, tranne nel caso in cui sia stesso l’utente a chiedere uno scontrino fiscale oppure una ricevuta. In ogni caso l’azienda dovrà registrare l’uscita della merce e l’acquisizione di una plusvalenza come guadagno, introducendola nella dichiarazione delle tasse a fine anno. Naturalmente la tassazione applicata dovrà essere aggiunta come costo finale per l’attività.

Il rispetto delle direttive Europee sulla vendita online

Ultimo aspetto da considerare è quello che concerne le nuove regole in materia di commercio elettronico previste dalla Comunità Europea come per esempio quelle emanate con la Direttiva 2003/31/CE e poste in atto in Italia con il Decreto legislativo n.70 del 9 aprile del 2013. La finalità della normativa è stata quella di promuovere la libera circolazione dell’informazione nel settore del commercio elettronico, stabilendo quali sono gli elementi di base e obbligatori che devono essere comunicati nel momento in cui viene effettuata una vendita online.

Infine si deve valutare anche il Regolamento UE contro i blocchi geografici entrato in vigore il 23 marzo del 2018 in tutti gli stati Membri e in Italia attuato il 3 dicembre del 2018, grazie al quale verranno eliminate qualunque forma di discriminazione nel commercio online per gli acquisti effettuati sui siti al di fuori del territorio nazionale.

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