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Fattura elettronica

Come e perché emettere una fattura elettronica semplificata?

Fattura elettronica obbligatoria semplificata: che cos’è?

Ai sensi della legge 288 del 24/12/2012, la fattura elettronica obbligatoria semplificata ha lo stesso valore di quella ordinaria in riferimento agli aspetti di natura contabile, legale e fiscale. L’intervento del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) del 10/05/2019 ne ha modificato l’importo totale, oggi pari a 400 euro IVA inclusa (precedentemente, il limite corrispondeva a 100 euro).

Visto il valore relativamente contenuto, il suo impiego va per la maggiore in settori come la ristorazione e l’artigianato, oltre che tra i negozi di ricambistica e i ferramenta. Denominatore comune di queste attività è che non fatturano importi particolarmente elevati.

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Fattura elettronica obbligatoria semplificata: come registrarla?

La registrazione della fattura elettronica obbligatoria semplificata è semplice e intuitiva. Vi sono tutta una serie di parametri che vanno necessariamente inseriti.

Nel dettaglio:

  • Data di emissione
  • Numero progressivo: fondamentale ai fini dell’identificazione univoca
  • Dati identificativi del venditore: nome, cognome, ragione sociale, Partita IVA, residenza o domicilio
  • Dati identificativi dell’acquirente anche solo: Partita IVA o codice fiscale
  • Beni e servizi oggetto della cessione
  • Totale della fattura
  • Aliquota di imposta sul valore aggiunto
  • Inserimento del riferimento alla fattura rettificata, a fronte di emissione di nota di credito o di nota di addebito.

Nella circostanza in cui l’emittente o il destinatario della fattura elettronica semplificata non abbiano la residenza nel territorio nazionale, occorrerà precisare chi è il rappresentante fiscale e dove ha sede l’organizzazione di riferimento. Nella fattura elettronica semplificata non vi è alcun riferimento alla sezione “Altri dati gestionali”, presente invece nel modello ordinario, dove potevano essere inseriti tutta una serie di elementi facoltativi relativi alla transazione: i documenti commerciali e la targa dell’automezzo costituivano il più fulgido degli esempi.

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Sempre nel caso della fattura elettronica semplificata, il peso del file non può superare i 5 megabyte, indipendentemente dal canale di comunicazione adottato. La scelta verte sulla semplificazione delle operazioni di invio, di ricezione e di lettura del documento.

A fronte di eventuali problemi del canale di comunicazione, come ad esempio la PEC del destinatario che risulta piena, occorre effettuare un numero massimo di tentativi di trasmissione pari a 6, di cui 1 ogni 12 ore. Il che vuol dire che l’arco di tempo massimo corrisponde a 3 giorni consecutivi. Qualora l’invio dovesse avere esito negativo, il processo viene dichiarato chiuso. Toccherà al venditore dare comunicazione all’acquirente di prelevare la fattura o dal sito di “Fatture e Corrispettivi” o direttamente dal suo cassetto fiscale.

Fattura elettronica semplificata: chi può emetterla? 

Imprese e liberi professionisti con Partiva IVA sono i soggetti che possono emettere la fattura elettronica semplificata.

Quand’è che occorre obbligatoriamente emettere la fattura ordinaria al posto di quella elettronica semplificata?

Ai sensi di quanto sancito dalla legge, vi sono tutta una serie di eccezioni dove non è possibile emettere la fattura elettronica semplificata, ma urge necessariamente ricorrere a quella ordinaria.

Queste le casistiche:

  • vendite a distanza;
  • cessioni intracomunitarie, ai sensi di quanto indicato all’interno dell’articolo 41, D.L. 331/1993;
  • cessioni di beni o prestazioni di servizi effettuate nei confronti di soggetti passivi, localizzati in altri Stati dell’Unione Europea, dove l’imposta va versata.

Fattura elettronica semplificata: quali sono i vantaggi?

Come già specificato in fase iniziale, la valenza della fattura elettronica semplificata è esattamente la stessa di quella ordinaria per ciò che concerne gli aspetti contabili, fiscali e legali. Il vantaggio primario è che è più semplice da compilare. Inoltre, per ciò che concerne l’identificazione del cliente residente sul territorio nazionali, si riscontra una maggiore immediatezza, visto che è sufficiente inserire il codice fiscale o la partita IVA. Precedentemente, era necessario indicare tutti i dati che il formato ordinario richiedeva.

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Nel caso di cliente residente in uno dei Paesi dell’Unione Europea, è opportuno inserire il numero di identificazione IVA, vale a dire il prefisso e il numero di partita IVA estera. Questo vuol dire che è possibile fare a meno di inserire anche i dati di natura anagrafica e residenziale. Infine, altro aspetto meritevole di attenzione è il totale fattura: dopo averlo inserito, è sufficiente precisare qual è la percentuale di aliquota applicata. In alternativa, occorre indicare solamente il totale IVA, senza bisogno di specificare l’aliquota in percentuale.

Questo vuol dire che è possibile scrivere: totale fattura € 176,00 comprensivo di aliquota IVA al 22% oppure totale fattura € 176,00 con € 15,72 di IVA.

Infine, per ciò che concerne i beni ed i servizi ceduti, è sufficiente indicarli sommariamente e non precisare per ognuno di questi la tipologia e il quantitativo, come invece avviene nella fattura ordinaria.

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